Trave, 1990

Galvanized sheet, aluminium and steel
49 × 27 × 850 cm
Le travi e i telescopici

Dal punto di vista statico, nell’elemento strutturale "trave", sono strategici i punti di vincolo.
Nel caso delle travi di Cavenago, alle estremità dell’artefatto sono montate due ruote che svincolano l’elemento dalla staticità.
Le travi si adattano allo spazio che le ospita collegandone i punti estremi, il più delle volte trasversalmente come nell’installazione in una delle sale al piano nobile di Palazzo Moroni, antica dimora storica nel cuore di Città Alta a Bergamo, dove tra i preziosi arredi e i dipinti della collezione, due punti opposti nella stanza venivano collegati dall’opera.
Diversamente dalle travi, che hanno dimensioni fisse studiate per lo spazio espositivo, i “telescopici”, come dispositivi meccanici, si compongono di elementi che scorrono l’uno nell’altro: un sistema dalle dimensioni variabili.
Ne risulta un congegno che si adatta di volta in volta allo spazio che lo contiene, la stessa opera quindi con la sua versatilità può essere installata in differenti spazi semplicemente regolandone la lunghezza.  

Vittoria Coen, Arte e cornice, 1990; Palazzo Moroni, Bergamo (cat.)

Art and frame
di Vittoria Coen


(...) Umberto Cavenago builds two galvanized steel beams, the first of which is placed along the staircase following the course of the steps, the second diagonally crosses one of the rooms joining vertically two opposite corners. While in other works the non-sense of the title in the obvious contradiction with the unreliable structure of the object appeared clearly, here the proposed idea of support, recurrent in Cavenago's research, more than being affirmed and at the same time denied by the irony of the contrasting element (the unstable wheels) is in fact refuted by its very uselessness. Rather, the installation finds its reason for existence in a curious relationship, of compliance with the scale, for example, and thus of harmony with the environment, and of a different proposal, which in one case alludes to a coincidence of reconcilable geometric opposites, in the other it outlines a particular variant of architectural design deliberately contained but clearly projected. The linearity of the cut creates an effective displacement effect that never conflicts with space.

Installation at Palazzo Moroni, Bergamo

Photo © Nadia Ponci

Trave, 1990

Galvanized sheet, aluminium and steel
49 × 27 × 850 cm
Le travi e i telescopici

Dal punto di vista statico, nell’elemento strutturale "trave", sono strategici i punti di vincolo.
Nel caso delle travi di Cavenago, alle estremità dell’artefatto sono montate due ruote che svincolano l’elemento dalla staticità.
Le travi si adattano allo spazio che le ospita collegandone i punti estremi, il più delle volte trasversalmente come nell’installazione in una delle sale al piano nobile di Palazzo Moroni, antica dimora storica nel cuore di Città Alta a Bergamo, dove tra i preziosi arredi e i dipinti della collezione, due punti opposti nella stanza venivano collegati dall’opera.
Diversamente dalle travi, che hanno dimensioni fisse studiate per lo spazio espositivo, i “telescopici”, come dispositivi meccanici, si compongono di elementi che scorrono l’uno nell’altro: un sistema dalle dimensioni variabili.
Ne risulta un congegno che si adatta di volta in volta allo spazio che lo contiene, la stessa opera quindi con la sua versatilità può essere installata in differenti spazi semplicemente regolandone la lunghezza.  

Vittoria Coen, Arte e cornice, 1990; Palazzo Moroni, Bergamo (cat.)

Art and frame
di Vittoria Coen


(...) Umberto Cavenago builds two galvanized steel beams, the first of which is placed along the staircase following the course of the steps, the second diagonally crosses one of the rooms joining vertically two opposite corners. While in other works the non-sense of the title in the obvious contradiction with the unreliable structure of the object appeared clearly, here the proposed idea of support, recurrent in Cavenago's research, more than being affirmed and at the same time denied by the irony of the contrasting element (the unstable wheels) is in fact refuted by its very uselessness. Rather, the installation finds its reason for existence in a curious relationship, of compliance with the scale, for example, and thus of harmony with the environment, and of a different proposal, which in one case alludes to a coincidence of reconcilable geometric opposites, in the other it outlines a particular variant of architectural design deliberately contained but clearly projected. The linearity of the cut creates an effective displacement effect that never conflicts with space.

Installation at Palazzo Moroni, Bergamo

Photo © Studio Blu, Torino

Installation at Palazzo Moroni, Bergamo

Photo © Nadia Ponci

Installation at Palazzo Moroni, Bergamo

Photo © Nadia Ponci